10 consigli per migliorare le prestazioni di un SSD

Gli SSD hanno delle grosse differenze rispetto ai comuni dischi fissi, sia costruttive che nel funzionamento, e pertanto non possono essere trattati come questi ultimi altrimenti si rischierebbero più danni che benefici. Per non perdere prestazioni nel tempo, ma soprattutto per rendere sempre al massimo, gli SSD necessitano quindi di una manutenzione accurata e di alcune impostazioni particolari. Eccoti, perciò, 10 consigli da seguire che ti permetteranno di migliorare le prestazioni di un SSD.

Indice

10 consigli per migliorare le prestazioni di un SSD

Disattiva la deframmentazione

Se utilizzi una versione del sistema operativo Windows precedente a Windows 8, per migliorare le prestazioni di un SSD ti consiglio innanzitutto di disattivare la deframmentazione del disco. Questo poiché nelle unità a stato solido non c’è il problema della frammentazione dei dati, ragion per cui la deframmentazione del disco non porta alcun beneficio, anzi, col passare del tempo, potrebbe addirittura ridurne decisamente la vita oltre che le prestazioni.

Di conseguenza, per disattivare la deframmentazione nel tuo sistema operativo Windows basterà cliccare sul pulsante Start e scrivere deframmentazione. Si aprirà quindi l’Utilità di deframmentazione dischi nella quale dovrai cliccare su Configura pianificazione… o Modifica pianificazione… e, successivamente, su Seleziona dischi…Seleziona volumi…, dopodiché dovrai togliere la spunta presente a fianco il nome dell’unità a stato solido nel PC e poi confermare cliccando su OK, una o due volte a seconda dei casi.

Se tuttavia nel computer utilizzi soltanto un SSD anziché pure degli hard disk, dopo aver fatto clic su Configura pianificazione… o Modifica pianificazione…, basterà togliere invece la spunta direttamente da Esegui in base a una pianificazione (scelta consigliata) cliccando poi su OK.

Disabilita l’indicizzazione

L’indicizzazione permette di fare delle ricerche più rapide ed è molto utile nei classici hard disk. Negli SSD, al contrario, l’indicizzazione provoca continue letture e micro scritture che a lungo andare potrebbero anche risultare nocive per questi ultimi.

Per disabilitare l’indicizzazione nei sistemi operativi Windows basterà quindi recarsi nelle proprietà del disco (cliccando sull’icona Computer o Questo PC, selezionando l’SSD con il tasto destro del mouse e scegliendo dopo Proprietà) per poi togliere la spunta a Consenti l’indicizzazione del contenuto e delle proprietà dei file di questa unità. Oltre a fare questo ti consiglio però di disabilitare anche il relativo servizio quindi fai clic sul pulsante Start e digita services.msc seguito dalla pressione del tasto Invio.

Trova il servizio chiamato Windows Search e fermalo cliccandoci sopra col tasto destro del mouse e selezionando poi Arresta. Una volta fermato questo servizio fai doppio clic su quest’ultimo e dal menu a tendina a fianco la voce Tipo di avvio seleziona Disabilitato, poi clicca su Applica e infine su OK.

Nei sistemi operativi macOS l’indicizzazione viene invece gestita dal programma Spotlight. In questo caso puoi disabilitare completamente il servizio da riga di comando (raggiungibile dalla cartella Applicazioni, selezionando la cartella Utilità e poi cliccando sull’icona del Terminale) attraverso la seguente espressione:

sudo mdutil -a -i off

Se vuoi semplicemente escludere dall’indicizzazione solo determinate cartelle basterà agire invece dalle preferenze di Spotlight raggiungibili tramite il percorso Preferenze di sistema > Spotlight > Privacy.

Disabilita l’ibernazione

L’ibernazione si rivela essere utile con i classici hard disk ma può tranquillamente essere disabilitata per gli SSD in quanto grazie alle prestazioni di questi ultimi non serve praticamente a nulla e anche poiché, per come viene eseguita, rappresenta solo un grosso carico di lavoro per le celle di memoria dell’SSD visto che ogni volta bisogna scrivere l’intero contenuto della memoria RAM nell’unità a stato solido.

Per disabilitare quindi l’ibernazione in ambiente Windows basterà aprire il prompt dei comandi per poi digitare:

powercfg.exe /hibernate off

Una volta premuto il tasto Invio, per rendere effettive le modifiche dovrai semplicemente riavviare il tuo computer. Per quanto riguarda invece il sistema operativo macOS la procedura da seguire è più o meno la stessa di quella su Windows. Basterà aprire infatti il terminale e digitare:

sudo pmset hibernatemode 0

In questo caso, però, una volta disabilitata l’ibernazione, per liberare lo spazio occupato da quest’ultima potresti anche provare a digitare il seguente comando:

sudo rm /var/vm/sleepimage

Elimina il file di paginazione

Oggigiorno i computer hanno mediamente molta memoria RAM a disposizione, ragion per cui l’utilizzo del file di paginazione, chiamato anche page fileswap file, non porta alcun beneficio, anzi in alcuni casi potrebbe essere addirittura svantaggioso.

Per eliminare quindi il file di paginazione nei sistemi operativi Windows basterà andare nelle Impostazioni di sistema avanzate (raggiungibili digitando l’omonima voce facendo clic sul pulsante Start oppure andando nel Pannello di controllo e selezionando prima Sistema e poi, dal menu in alto a sinistra, Impostazioni di sistema avanzate), cliccare Impostazioni nella sezione Prestazioni, selezionare poi la scheda Avanzate, fare clic sulla voce Cambia, togliere la spunta a Gestisci automaticamente dimensioni file di paging per tutte le unità, selezionare Nessun file di paging, e infine cliccare su Imposta riavviando appena possibile il proprio computer.

Per disabilitare il file di paging su macOS basterà invece aprire il terminale e digitare:

sudo launchct1 unload -w /System/Library/LaunchDaemons/com.apple.dynamic_pager.plist

Successivamente, tramite il seguente comando potrai anche cancellare il file di paging:

sudo rm /private/var/vm/swapfile*

Se per caso in futuro vorrai attivare nuovamente il file di paging non dovrai fare altro, invece, che lanciare il seguente comando:

sudo launchct1 load /System/Library/LaunchDaemons/com.apple.dynamic_pager.plist

Disattiva le tecniche di caching

Sul sistema operativo Windows esistono delle particolari tecniche di caching che se utilizzate su un computer dotato di hard disk hanno la capacità di migliorarne un po’ le prestazioni. Sugli SSD, invece, queste tecniche non fanno altro che provocare ripetute micro letture e scritture con il rischio di degradarne le già notevoli prestazioni. In particolare, la prima di queste tecniche è il Prefetch che permette di monitorare i file più utilizzati durante l’avvio del sistema operativo e l’avvio delle applicazioni salvandoli in una speciale cartella. La seconda tecnica, invece, è il Superfetch che consiste in un’area del disco dedicata ai programmi più utilizzati in maniera tale da renderli subito disponibili nella memoria RAM.

Per disattivare entrambe queste tecniche basterà quindi aprire il registro di sistema (raggiungibile digitando regedit subito dopo aver fatto clic sul pulsante Start) per poi recarsi nel seguente percorso:

HKEY_LOCAL_MACHINE\System\CurrentControlSet\Control\SessionManager\MemoryManagement\PrefetchParameters

A questo punto, cliccando due volte prima su EnablePrefetcher e dopo su EnableSuperfetch, occorrerà modificare il valore trovato – che di solito è 1 oppure 3 – in 0, dopodiché, dopo aver fatto clic su OK, occorrerà riavviare subito il computer per rendere effettive le modifiche.

Disabilita la cache di scrittura su disco

Nei sistemi operativi Windows esiste una particolare funzionalità che permette di lasciare momentaneamente i dati nella memoria RAM scrivendoli sul disco in un secondo momento non appena risulti possibile. Questa funzionalità prende il nome di cache di scrittura e, da una parte, permette di aumentare lievemente le prestazioni del disco ma dall’altra aumenta anche il numero di scritture, con conseguenze che a lungo andare potrebbero anche provocare dei possibili problemi.

Per disabilitare questa particolare caratteristica basterà quindi aprire Gestione dispositivi (cliccando sul pulsante Start e scrivendo proprio gestione dispositivi), selezionare Unità disco, e poi cliccare due volte sul nome dell’SSD. A questo punto basterà spostarsi nella scheda Criteri, togliere la spunta ad Attiva cache in scrittura sul dispositivo, e infine cliccare su OK. Se tuttavia, dopo aver disabilitato tale funzionalità, noterai un elevato degradamento delle prestazioni allora ti converrà attivare nuovamente la cache di scrittura rimettendo la spunta ad Attiva cache in scrittura sul dispositivo.

Disabilita il ripristino configurazione di sistema

Il ripristino configurazione di sistema è un’altra delle funzionalità di Windows che andrebbe completamente disabilitata. Questo poiché, oltre ad occupare prezioso spazio, il ripristino configurazione di sistema provoca anche numerose scritture che per un SSD si traducono in una continua fonte di stress.

Per disabilitare quindi il ripristino configurazione di sistema ti basterà andare nel Pannello di controllo, cliccare su Sistema e, dal menu presente sulla sinistra, selezionare poi la voce Protezione sistema. A questo punto dovrai solamente cliccare su Configura e selezionare Disattiva protezione sistema. Siccome in alcuni casi i punti di ripristino creati potrebbero addirittura occupare parecchie decine di GB, una volta disattivato il ripristino configurazione di sistema, volendo, cliccando semplicemente sul pulsante Elimina, potrai anche eliminare tutti i punti di ripristino che sono stati creati fino a quel momento.

Attiva il comando TRIM

Il comando TRIM, che funziona attraverso la tecnologia AHCI, permette di indicare all’SSD quali sono le aree della memoria che è possibile di volta in volta cancellare. Sui sistemi operativi più recenti (da Windows 7 in poi, da macOS 10.6.8 in poi, e da Linux 2.6.33 in poi), non sempre però questo comando risulta abilitato come impostazione predefinita, neanche se nel computer è già installato un SSD.

Per verificare quindi se il comando TRIM è già attivo o meno su un sistema operativo Windows basterà aprire il prompt dei comandi con privilegi amministrativi (cliccando sul pulsante Start, scrivendo cmd e cliccando l’icona del terminale premendo contemporaneamente i tasti Ctrl e maiuscolo) per lanciare, successivamente, il seguente comando:

fsutil behavior query disabledeletenotify

Se il risultato di questa espressione sarà uguale a 0, allora vorrà dire che il comando TRIM sarà già stato attivato, altrimenti, se sarà uguale ad 1, vorrà dire che sarà disabilitato. Se purtroppo il comando TRIM risulta essere disabilitato allora dovrai procedere ad abilitarlo manualmente tu. Per poterlo attivare su un sistema operativo Windows dovrai quindi prima scaricare ed installare questa patch e successivamente dovrai entrare nel BIOS per attivare la modalità AHCI. In ogni caso, per sapere se e come sia possibile fare un’operazione del genere, ti consiglio ugualmente di consultare il manuale di istruzioni della tua scheda madre.

Per verificare se il comando TRIM è già attivo su un sistema operativo macOS, basterà invece andare nel menu Apple, selezionare Informazioni su questo Mac, e poi cliccare su Più informazioni. A questo punto, dal menu Hardware, dovrai selezionare la voce ATA seriale e verificare che a fianco la voce Supporto TRIM ci sia scritto . Nel qual caso ci fosse scritto No, per attivarlo dovrai scaricare il programma Trim Enabler cliccando poi semplicemente su On.

Per quanto riguarda Linux, in particolare Ubuntu, Linux Mint ed elementary OS, per verificare ed eventualmente attivare il comando TRIM ti converrà invece leggere questo apposito articolo.

Aggiorna il firmware

Il firmware è il principale responsabile delle prestazioni di un SSD poiché, al loro interno, gli SSD hanno praticamente soltanto delle componenti elettroniche. Ragion per cui è necessario aggiornare il firmware dell’SSD sempre all’ultima versione disponibile in maniera tale da risolvere eventuali problemi ma anche, e soprattutto, per migliorarne ulteriormente le prestazioni.
Nella maggior parte dei casi, per aggiornare il firmware di un SSD è sufficiente installare il software che di solito rilascia il produttore dell’SSD stesso. Eccoti perciò i software dei principali produttori di SSD:

Una volta installato uno di questi programmi ti basterà quindi semplicemente avviarlo per poter controllare, ed eventualmente installare, il nuovo firmware per il tuo SSD.

Altri consigli per migliorare le prestazioni di un SSD

Oltre ai sopracitati consigli per migliorare le prestazioni di un SSD è possibile seguire anche una serie di altri utili consigli. Il primo di questi è quello di disabilitare il sistema di risparmio energetico che permette di togliere l’alimentazione al disco del PC in maniera tale da diminuire i consumi quando questo non viene utilizzato. Siccome, però, un SSD consuma molta poca energia quando si trova in standby – in genere meno di un watt –, allora nella maggior parte dei casi si potrà tranquillamente disattivare anche quest’altra funzionalità.

Per mettere in pratica una cosa del genere sui sistemi operativi Windows basterà andare nel Pannello di controllo, selezionare Opzioni risparmio energia, cliccare la voce presente a fianco la combinazione in uso (simile a Modifica impostazioni combinazione), cliccare poi su Cambia impostazioni avanzate risparmio energia e, una volta individuata la sezione Disco rigido, impostare il valore a 0 che equivale a non spegnere mai il dispositivo.

Per quanto riguarda invece macOS basterà andare nelle Preferenze di sistema, poi in Risparmio Energia, dopodiché occorrerà togliere la spunta a Metti in stop il disco rigido quando è possibile.

Un altro consiglio da seguire per migliorare le prestazioni di un SSD è quello di disattivare uno speciale servizio che, attraverso un apposito sensore, permette di spegnere il disco del PC non appena si verifichino cadute o urti accidentali. Sebbene una funzionalità del genere possa essere molto utile per un classico hard disk, soprattutto nei computer portatili, per un SSD questo meccanismo risulta essere dannoso in quanto spegne e blocca di colpo il disco quando non necessario.

Per disattivare questa ulteriore funzionalità in ambiente Windows basterà quindi cliccare sul pulsante Start, digitare msconfig, andare poi nella sezione Avvio, togliere la spunta da FF_Protection_Application, e infine cliccare su Applica e poi su OK riavviando appena possibile il proprio computer.

Per quanto riguarda i sistemi operativi macOS occorrerà seguire invece una procedura leggermente un po’ più complicata. Innanzitutto dovrai aprire il terminale e, per determinare se il sensore è attivo o meno, dovrai quindi scrivere:

sudo pmset -g

Una volta inserita la password dell’amministratore, se otterrai il valore 0 vorrà dire che il servizio sarà già stato disattivato in precedenza, altrimenti, se otterrai il valore 1, vorrà dire invece che il servizio sarà ancora attivo. Per disattivarlo ti basterà dunque scrivere:

sudo pmset -a sms 0

A questo punto dovrai ripetere il primo comando, cioè sudo pmset -g, e verificare che il servizio sia stato correttamente disattivato. Qualora volessi riattivare il servizio ti basterà semplicemente scrivere:

sudo pmset -a sms 1

Conclusioni

Una volta messi in pratica tutti questi consigli dovresti notare un aumento delle prestazioni del tuo SSD, o se non altro dovresti essere riuscito ad allungargli almeno un po’ la vita. Se comunque volessi verificare lo stato di salute del tuo SSD potresti provare a leggerne i parametri S.M.A.R.T. altrimenti potresti verificarne direttamente le prestazioni attraverso dei semplici programmi gratuiti come CrystalDiskInfo se utilizzi un sistema operativo Windows, Smart Utility in versione trial se utilizzi un sistema operativo macOS, o attraverso il package Smartmontools se utilizzi invece un sistema operativo Linux.

Inoltre, se utilizzi un sistema operativo Windows, potresti anche provare a scaricare un ottimo programma gratuito come SSD Fresh il quale ti permetterà di avere accesso direttamente alle varie impostazioni consigliate in questo articolo in maniera tale da migliorare le prestazioni di un SSD con pochi e semplici clic.